Importante, ben oltre il risultato finale. Il 3-0 rifilato allo Young Boys è un attestato di fiducia che cresce, proprio come il concetto di gruppo tirato in causa più volte da Rafa Benitez. Dalla serataccia di Berna dello scorso 23 ottobre lo spagnolo era venuto fuori ribadendo che soltanto attraverso l’utilizzo di tutti gli uomini in rosa il Napoli avrebbe potuto provare a tener botta ai ritmi intensi della stagione. E magari giocare sui tre fronti con l’obbiettivo di vincere qualcosa. Deriso e contestato dopo il ko bernese, immaginiamo molto rinfrancato dopo la tripletta di De Guzman (del quale oggi si conosce la posizione ideale) e la marea di palle gol che hanno annichilito i ragazzi di Forte. C’è un’idea di calcio alla quale questo Napoli non intende rinunciare e che va sviluppata indipendentemente dagli interpreti. Così la serata europea porta in dote le belle prove e i tanti sorrisi, anche questo è segnale del clima che cambia, delle cosiddette seconde linee, un tabellino senza reti al passivo per la seconda volta di fila in stagione, e la gamba preservata dei titolari che affronteranno la Fiorentina domenica. Ben otto volti nuovi rispetto alla distinta del giovedì di coppa per dare l’assalto alla Viola e completare il quasi filotto delle gare con Verona, Atalanta e Roma. Se il 2-0 ai giallorossi rimarrà con ogni probabilità manifesto della gara perfetta è giusto rimarcare che non sempre sarà possibile fornire prestazioni di quel livello. Le partite tuttavia e per fortuna si possono vincere anche attraverso un’intelligente gestione, tenendo sempre altissimo il grado di tensione. Ed è lì che sta lavorando Benitez che sa fin troppo bene quanto, per questa squadra, debba restare alta la concentrazione per evitare di cadere negli errori marchiani di inizio anno. C’è poi la nota di merito che non può essere sottaciuta. Un altro allenatore, magari con le abitudini del calcio italico e dopo l’inizio disastroso, avrebbe presto ceduto a lamentele e piagnistei, nel confronto impietoso con i bilanci dei più grandi club, dinanzi ad un mercato di secondo piano, che di certo non ha innalzato il livello complessivo del gruppo. Non così Rafa, professionista esemplare e sostenitore dell’idea che con il lavoro sia possibile raggiungere l’apice, almeno delle proprie potenzialità. Intanto si continua ad inseguire l’equilibrio, dentro e più ancora fuori dal campo: Firenze aggiungerà un altro tassello al discorso che parla di crescita e che si allontana dai toni mesti e sconfortanti di qualche settimana fa.
Silver Mele
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